Il contributo PFU cos'è e a chi si paga?
La sigla PFU sta ad indicare Pneumatici Fuori Uso, si tratta in realtà di un contributo applicato per raccogliere
i fondi necessari allo smaltimento secondo normativa (adeguata alle normative europee) degli pneumatici inutilizzabili.
Occorre ricordare che gli pneumatici sono composti per un'elevata percentuale di materiali non biodegradabili di
conseguenza se abbandonati, ad esempio sul ciglio della strada o in discariche abusive, gli stessi non si consumano,
inoltre, prendono fuoco facilmente rilasciando sostanze tossiche e se non smaltiti correttamente diventano un ottimo
deposito per le acque piovane e un'ottima incubatrice per insetti e zanzare. Proprio per questo motivo lo smaltimento
deve essere effettuato seguendo specifiche direttive che evitino il rilascio di sostanze tossiche nell'ambiente e in
particolar modo di diossina. Deve essere anche ricordato che le nuove tecniche di smaltimento prevedono anche la
possibilità di un riutilizzo degli elementi di scarto e quindi un recupero di materie prime che aiuta a salvaguardare
l'ambiente. Gli scarti della lavorazione degli pneumatici fuori uso oggi vengono utilizzati anche per creare isolamento
termico per le abitazioni, per creare bitume per asfaltare le strade e contribuendo così ad una minore necessità di
estrarre petrolio dal sottosuolo.
La normativa di riferimento è il decreto ministeriale numero 82 dell'11 aprile del 2011. Essa prevede che il PFU
venga pagato nel momento dell'acquisto degli pneumatici. Il contributo va pagato a chi vi consegna gli pneumatici che
in linea di massima può essere anche un soggetto diverso rispetto al gommista che ve li monta, se anche quest'ultimo
dovesse chiedervi il contributo, potete tranquillamente mostrare la fattura dell'acquisto in cui è appunto indicato
il pagamento del PFU. In base al paragrafo 4 articolo 5 del decreto ministeriale citato, nella fattura deve essere
contenuta la dicitura "contributo ambientale ai sensi dell'articolo 228 del d.lgs 3 aprile 2006, n° 152." Nel caso
specifico del sito www.gommista-specialista.it, la consegna e il pagamento dello pneumatico avviene direttamente dal
gommista selezionato dal cliente ed è quindi lui a dover caricare sulla fattura il costo del contributo PFU. Questo
spiega perchè i prezzi indicati sul sito non sono comprensivi del contributo per lo smaltimento.
Ora cerchiamo di capire come funziona nel dettaglio questo contributo.
Il venditore nel momento dell'acquisto presso il produttore dello pneumatico versa il contributo PFU direttamente al
produttore, questi lo verserà al consorzio per lo smaltimento. In seguito, quando a sua volta vende lo pneumatico al
consumatore finale, carica quanto dovuto in base alle tariffe applicate dal consorzio per lo smaltimento degli pneumatici
fuori uso. In Italia ve ne sono molteplici e applicano tariffe simili, gli stessi sono obbligati a ritirare gli pneumatici
di tutte le marche. Nella seconda fase, quando l'automobilista andrà a cambiare gli pneumatici, quest'ultimo non dovrà
pagare nulla, ma il consorzio che gestisce i contributi PFU dovrà ritirare presso il gommista gli stessi senza alcun costo
aggiuntivo per il gommista. Ovvio che il consumatore nella maggior parte dei casi con la sostituzione dovrà comprare nuovi
pneumatici e su essi sarà caricato il costo per lo smaltimento successivo anche di questo nuovo treno di gomme. Appare
evidente a questo punto che lo smaltimento si paga in modo anticipato.
A questo ammonta la quota per lo smaltimento?
Non vi sono tariffe unitarie, dipende dallo pneumatico e principalmente dal suo peso, infine dipende dalle scelte del
consorzio di riferimento del gommista, quest'ultimo non è obbligato a rivolgersi ad un determinato consorzio e tanto meno
è vincolato ad un solo consorzio. Si possono qui fare delle esemplificazioni che rappresentano quelli che sono i prezzi
solitamente applicati e quindi il consumatore può prevedere lievi oscillazioni.
- 1) per i ciclomotori, circa 1,34 euro
- 2) per gli autoveicoli e i relativi rimorchi, si pagano circa 2,81 euro a pneumatico
- a) da kg 131 a 159,99 Kg circa 49 euro
- b) da kg 160 a 200,99 circa 56 euro
- c) da kg 201 a 299,99 circa 80,50 euro
- d) da kg 300 a 499,99 circa 122,50 euro
- e) da kg 500 a 749,99 circa 203 euro
Su tali valori deve essere applicata l'IVA. Gommista Specialista non è in alcun modo responsabile dell'importo applicato
dal Gommista. Il Ministero ha preferito non indicare delle tariffe per far in modo che nel settore vi fosse un margine di
concorrenza , ha però stabilito che i consorzi comunichino le tariffe applicate e giustifichino i costi, questa clausola
fa in modo che i prezzi siano simili. Per consultare altre tariffe ecco alcuni siti di riferimento:
Nel caso di pneumatici ricostruiti non si applica il PFU perché lo stesso è stato già versato nel momento della prima
immissione in commercio e quindi per il suo smaltimento il contributo è già stato versato e lo stesso non può essere
trattato come uno pneumatico nuovo. E' possibile che degli pneumatici sfuggano a tale contributo? In linea di massima
è molto difficile perché la normativa prevede una responsabilità da parte del produttore che ogni anno deve raccogliere
una quantità di PFU almeno simile rispetto alla quantità di nuovi pneumatici messi in commercio nell'anno solare precedente,
inoltre entro il 31 maggio di ogni anno deve inviare all'autorità competente una relazione sulla quantità e tipologia di
pneumatici immessi nel mercato e indicare le destinazioni di recupero o smaltimento.
Per avere maggiori informazioni sulla materia potete visitare il sito ufficiale
www.minambiente.it/pagina/pfu-pneumatici-fuori-uso